QUANTI ESEMPLARI SONO PRESENTI SUL TERRITORIO ITALIANO?


Fino alla fine dell'Ottocento, il lupo italiano era ampiamente diffuso sia sui monti che in pianura. All'inizio del Novecento sono iniziate le persecuzioni e la diffusione di questo mammifero è calata sempre più, fino ad arrivare al 1972, anno in cui è stato toccato il minimo storico, con solo 100 esemplari presenti in tutto il territorio italiano.
Grazie al provvedimento noto come "Operazione San Francesco" (1971) e alle Leggi di conservazione (1976), abbiamo assistito a un aumento della popolazione nel corso degli anni.



IL BRANCO


I lupi vivono in gruppi familiari composti da un numero variabile di individui (dai 2 ai 5/7) che svolgono in maniera coordinata una serie di funzioni: la caccia, la difesa del territorio e l'allevamento della prole.
Mech (esperto americano di lupi) individua 4 fattori che determinano la dimensione del branco: Il numero minimo di individui necessari a localizzare e uccidere una preda. Il numero massimo di lupi che può essere sfamato con essa. Il numero di individui con cui ogni lupo può stabilire legami sociali. Il grado di competizione sociale che ogni individuo può sopportare. La dimensione del branco è correlata alla densità delle popolazioni-preda.
Nelle Alpi sono stati registrati 16 gruppi formati da circa 3 membri, mentre nel territorio appenninico i 54 gruppi registrati sono composti da circa 4 membri.
I subadulti, raggiunta la maturità sessuale, lasciano il territorio del branco in cerca di nuovi territori da colonizzare, ed è proprio in questa fase che sono particolarmente vulnerabili e soggetti al bracconaggio o a mortalità per cause antropiche.



QUALI SONO LE CAUSE DEI DECESSI?


Nonostante le iniziative conservazioniste in campo legale a favore del lupo, la persecuzione da parte dell’uomo costituisce ancora oggi il principale fattore di mortalità del lupo in Italia. Ogni anno vengono rinvenuti in Italia circa 60 lupi uccisi, di solito tramite veleno o arma da fuoco. Negligenza e difficoltà oggettive nell’applicazione delle leggi, che si sommano alla tensione derivante dai conflitti di natura economica (quasi sempre amplificati da retaggi culturali e pregiudizi negativi nei confronti della specie), sono tra i motivi principali del persistente livello di persecuzione..



UNO SGUARDO D'INSIEME


La mappa mostra la presenza degli esemplari nelle aree protette e non protette del territorio italiano. Le ultime stime parlano di una consistenza di 1400 e 2000 animali in tutta Italia, di cui un centinaio sulle Alpi e il resto soprattutto sulla dorsale appenninica.


Area protetta
Area non protetta
Informazione mancante