Qualsiasi persona al mondo ricorderà sicuramente il suono squillante della campanella della scuola. Essa ha scandito la vita di ognuno di noi nei momenti più belli dell’ infanzia, dell’adolescenza e della giovinezza, fino all’età adulta, o quasi.
Secondo il rapporto annuale dell’ISTAT 2016, rispetto al periodo relativo agli anni Quaranta – Cinquanta, fino alla fine degli anni Sessanta circa (in cui l’istruzione era accessibile solo a una parte ristretta della popolazione), la situazione è cambiata notevolmente. Infatti la partecipazione all’istruzione si è estesa capillarmente ai vari strati della società e ciò ha comportato, per i nati negli anni Cinquanta, un miglioramento nel conseguimento di titoli di studio e, di conseguenza, nel livello di istruzione: il 34,0 % degli uomini e il 25,7 % delle donne aveva un titolo elevato (almeno scuola secondaria superiore). L’aumento dell’istruzione femminile ha interessato in modo particolare il titolo di studio universitario, poiché si è passati dal 7,3 % di laureate tra la generazione più anziana (10,6 % per i maschi) al 21,7 % tra le nate negli anni 1970-1979 (15,2 % per i maschi).
In riferimento all’annuario dell’ISTAT, relativo alla scolarizzazione del 2011, gli studenti iscritti all’anno scolastico 2009/2010 sono 8.968.063, circa 15.000 in più rispetto a quello precedente. Tuttavia è necessario riportare anche dati non del tutto positivi.
La scolarità, per la scuola secondaria di secondo grado, subisce una modesta flessione, dal 92,7 % del 2008/2009 al 92,3 % del 2009/2010.
La quota con persone di qualifica o diploma di scuola secondaria superiore si attesta al 33,9 %, mentre l’11,1 % possiede un titolo di studio universitario.
Complessivamente la popolazione universitaria è composta da 1.799.395 studenti, con una mobilità territoriale elevata. Le diplomate che si iscrivono a un corso universitario sono circa 68 su 100, mentre i diplomati 58 su 100, invece le laureate che portano a termine il loro percorso accademico sono circa 22 ogni 100 25enni, contro i 15 laureati ogni 100 maschi della medesima età.
Ebbene, relativamente a questi dati, il suono della campanella di scuola che riporta alla mente tanti bei ricordi, potrebbe costituire anche un allarme.
Nelle pagine seguenti si cercherà di dare un quadro più chiaro della situazione italiana, e si porterà la stessa al confronto con alcuni dati mondiali.