SANITÀ IN ITALIA

ANALISI SULLA DISTRIBUZIONE DELLE AZIENDE OSPEDALIERE IN ITALIA

Il Progetto

La sanità è uno dei servizi essenziali per uno Stato moderno ed efficiente,ma oggi in Italia il Servizio Sanitario Nazionale è al centro di aspre polemiche per le sue disfunzioni e per i suoi alti costi. Uno Stato democratico, come sancisce anche la nostra Costituzione, dovrebbe garantire a tutti i cittadini l ‘effettivo diritto alla salute, invece sempre più in questi ultimi anni vediamo tanti casi di decesso per l’ineguatezza delle strutture sanitarie: molte volte è capitato che persone che avevano urgenza di essere ricoverate sono state respinte per mancanza di posti negli ospedali. Al di là delle polemiche spesso di parte, il cittadino italiano non ha più la sicurezza di poter contare su un’efficace assistenza ospedaliera. Data la grossa quanità di articoli che tendono a criticare la sanità italiana, vogliamo verificare se effettivamente il servizio sanitario ha strutture e spese adeguate. Inoltre abbiamo messo a disposizione dei vari utenti un servizio che permette di verificare il numero di strutture sanitarie nelle varie provincie, verificandone anche la posizione geografica, dando così una visione chiara delle aree meno coperte.

STORIA

L’origine dei sistemi sanitari è connessa ai processi di urbanizzazione, modernizzazione e industrializzazione del 19° secolo. Il tutto venne scatenato, in seguito all’intensa urbanizzazione, dallo scoppio di un’epidemia di colera che portò ad avere dei precisi obiettivi da raggiungere per poterla debellare. I primi obbiettivi principali di politica sanitaria furono la riorganizzazione delle pratiche di terapia medica e igiene collettiva. Nelle prime fasi dell’origine del sistema sanitario, svolsero ruoli importanti la chiesa e gli istituti privati di beneficienza, infatti grazie a loro si fondarono le prime assistenze socio-sanitarie, ovvero la nascita di fondi assicurativi a iscrizione volontaria per la protezione. In seguito ci fu un vero e proprio punto di svolta, l’assicurazione pubblica e obbligatoria contro le malattie. Questa assicurazione tutelava dalla perdita del reddito e solo successivamente le prestazioni in denaro vennero integrate con cure mediche. L’assicurazione prescindeva da ogni preferenza politica. Osserviamo una crescita progressiva e lineare dagli inizi del 20° secolo fino alla seconda guerra mondiale, infatti, la professione medica è divenuta specializzata. Si sono registrati e si registrano ancora costanti progressi in campo di ricerca clinica e farmacologica, la crescita economica ha favorito condizioni di igiene, si è esteso il raggio della regolazione pubblica a tutto il settore. Nel secondo dopoguerra si nota un’ulteriore miglioramento dal punto di vista qualitativo e quantitativo. L’innovazione più rilevante è stata l’introduzione del servizio sanitario nazionale come nuovo modello organizzativo, datata 1978. A partire dagli anni ’80, i problemi istituzionali della politica italiana vanno ricondotti alle difficoltà di concertare ed attuare provvedimenti e la scarsa competenza del personale. Negli anni ’90 il riformismo puntava ad attuare una ristrutturazione di fondo che promuovesse nuovi tipi di interazione tra fornitori e finanziatori. A partire dal Duemila ha preso il via l’accordo tra stato e regione per il controllo della spesa sanitaria e la responsabilizzazione a livello regionale nel finanziamento.Le varie riforme hanno comportato, per quanto riguarda il decentramento, uno spostamento di competenze dal livello comunale a quello regionale. Per il finanziamento si sono attuati nuovi criteri per responsabilizzare le regioni che assumono un ruolo di primo di piano su entrambi i lati. La legge del 2000 sul federalismo fiscale ha permesso una autonomia finanziaria alle regioni, e si è avuta la piena attuazione delle attività connesse al patto di stabilità interno con quale l’Italia ha adottato il criterio della corresponsabilizzazione all’indebitamento tra i livelli governo. Con il primo accordo stato-regioni il governo stanziava risorse aggiuntive per ripianare i debiti preesistenti, con il secondo accordo stato- regioni si è dato il via libera alla progressiva delega alle regioni per la gestione della spesa. Oggi gli attori politici devono confrontarsi con quattro dimensioni diverse: definizione dell’agenda di politica sanitaria; ruolo del ministero della salute, dell’economia e delle finanze; rapporti tra i due livelli di governo (quello centrale e quello regionale); livello comunitario (i sistemi sanitari dei vari paesi devono essere adeguati alla politica sociale e pubblica decisa dall’UE.

GRAFICI

Nei seguenti grafici abbiamo voluto mostrare il rapporto numero persone per ospedale ricavandone un area molto interessante da analizzare (rossa). Ne risulta che la maggior parte delle regioni italiane ha un rapporto più che adeguato, fatta eccezione per una singola regione, la Campania. D´altra parte troviamo regioni che sono abbondantemente sotto la media, eccellenze anche a livello europeo, come la Lombardia e il Trentino Alto Adige.

In questo grafico viene mostrato il costo di ogni regione dedico alle strutture sanitarie, diviso il numero di strutture presenti. Questo dato è molto importante, benchè in alcune regioni il rapporto numero fra persone e ospedali sia nella media, la spesa non proporzionata. Notiamo che comunque riamangolo le stesse regioni problematiche e di eccellenza: Campania e Lombardia in testa alle 2 classifiche.

Ricerca la tua regione.

Tool per grafico e mappa di ogni regione

Seleziona la regione per visualizzare il grafico del numero di ospedali per provincia e la mappa di dove sono collocati!
Grazie alla mappa potrai visivamente fare confronti tra le varie provincie e regioni.

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Per la relizzazione del progetto abbiamo utilizzato i seguenti software: