immagine olio di palma

CHE COS’È L’OLIO DI PALMA?

L’olio di palma deriva dalla polpa del frutto della palma da olio.
Quello che consumiamo quotidianamente sulle nostre tavole è un derivato realizzato attraverso un processo di raffinazione che lo rende un liquido inodore, insapore e incolore.
Le proprietà fisiche e chimiche degli acidi grassi di cui è composto lo rendono un prodotto versatile nell’industria alimentare: dona consistenza, esalta il gusto, conferisce friabilità o cremosità a seconda dei casi e allunga i tempi di conservazione. Tutto ciò è dovuto soprattutto all’alta percentuale di acidi grassi saturi, che lo rendono perciò più calorico e nocivo del comune burro.

L’OLIO DI PALMA FA MALE ALL’UOMO?

Essendo composto per quasi il 50% da acidi grassi saturi, un consumo elevato di olio di palma può incidere negativamente sulla salute.
Solo due esempi: aumentano i rischi per il sistema cardio-vascolare, e la soglia di sazietà si innalza, portando spesso all’obesità.
Uno studio condotto nel marzo 2016 dall’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha dimostrato che alcuni componenti, i glicidi esteri(Ge), derivati dai processi di raffinazione dell’olio di palma, hanno effetti cancerogeni e genotossici sull’uomo.


QUALI SONO LE ALTERNATIVE?

Una valida alternativa all’olio di palma è l’olio d’oliva.
Facendo un paragone fra le relative composizioni, si notano subito le diverse percentuali degli acidi grassi monoinsaturi.
La presenza di un’elevata percentuale di tale acido nell’olio di oliva è il motivo per cui risulta più genuino e quindi particolarmente importante da un punto di vista medico.
Gli acidi grassi insaturi e monoinsaturi sono essenziali per la dieta e devono essere assunti direttamente poichè il nostro corpo non li sintetizza in modo autonomo.
Essi, una volta ingeriti e scomposti, sono coinvolti in diverse funzioni fisiologiche, come la pressione arteriosa e la contrazione muscolare. Al contrario dell’olio di palma, fautore di diversi effetti dannosi per l’organismo, quello di oliva induce a svariati benefici, primo fra i quali l’innalzamento dei livelli di colesterolo di tipo HDL - il famoso "colesterolo buono" che previene la formazione di depositi lipidici nel sangue - a discapito di quello di tipo LDL.
Di conseguenza, la sua regolare assunzione (preferibilmente a crudo) aiuta a prevenire malattie cardiovascolari.


L’OLIO DI PALMA FA MALE AL PIANETA?

La produzione di olio di palma è la causa principale della distruzione della foresta pluviale nei paesi del Sud est asiatico, a partire dalla Malesia e dall’Indonesia, dove viene prodotto oltre l’85% dell’olio di palma del mondo.
L’olio di palma ha bisogno, per sua natura, di coltivazioni intensive: per essere avviate, le foreste tropicali vengono disboscate a ritmi serrati, distruggendo così l’habitat naturale delle popolazioni native, degli oranghi e di altri animali a rischio di estinzione.
Un prezzo troppo alto per giustificare il consumo di olio di palma.

immagine foresta distrutta

STATISTICHE IMPORT/EXPORT

ESPORTAZIONE MONDIALE

La produzione di olio di palma copre attualmente il 32% della produzione globale di oli e grassi. Nel corso degli ultimi 25 anni, di pari passo con l’uso industriale, i valori delle esportazioni di olio di palma sono cresciuti senza sosta - e continueranno a farlo -, favorendo al primo posto nella classifica mondiale l’Indonesia.
Ciò non deve stupire.
La palma da olio trova infatti il suo habitat ideale nella fascia subtropicale. Per questa ragione i maggiori produttori di olio vegetale di palma sono l’Indonesia (con quasi 27 milioni di tonnellate l’anno) e la Malesia (con poco meno di 19 milioni di tonnellate l’anno). La produzione di solo queste due nazioni fornisce oltre l’85% della produzione globale annua di olio di palma per un totale di 45 milioni e mezzo di tonnellate all’anno. Terzo esportatore, molto distante da Indonesia e Malesia, è la Thailandia che produce poco più di un milione e mezzo di tonnellate ogni anno.


IMPORTAZIONE DELL’OLIO DI PALMA IN ITALIA

L’olio di palma è l’olio vegetale più esportato al mondo e l’Italia ne importa circa il 2,4% della produzione mondiale, ovvero 1.600.000 tonnellate all’anno.
Viene destinato per il 21% all’industria alimentare, mentre per il 79% a quella bioenergetica, oleochimica, zootecnica, farmaceutica e cosmetica.
In campo alimentare ha riscontrato un alto tasso di gradimento da parte dei produttori poichè permette di ridurre l’utilizzo di grassi idrogenati e dei conservanti.
Inoltre consente ai prodotti di conservarsi a lungo ritardando il processo di irrancidimento e di evitare l’utilizzo di prodotti chimici e nocivi per la salute.

FONTI E CREDITI

DATI

DeAgostini geografia DeA
Observatory of Economic Complexity OEC

APPROFONDIMENTI

La composizione chimica dell’olio d’oliva ANAPOO
Palm Oil Scorecard 2015 UCS
Olio di palma raffinato Viversano.net

ABOUT

Sito realizzato da Irene Sasselli, Claudio Rufino ed Elisa Ciapetti per l'esame di Laboratorio di Progettazione Web del CdL di Informatica Umanistica dell’Università di Pisa.