Software illegale

Stando alle ricerche fatte dalla BSA (Business Software Alliance) relative al 2015, Il 39% del software nel mondo è scaricato illegalmente. Un fenomeno che a livello globale è in lenta regressione, da un totale del 43% nel 2009, rispettivamente al 2015 l'indice è sceso di 4 punti percentuali, rimane però sempre una percentuale molto alta con potenziali gravi conseguenze per l'industra del software e per gli utenti.

Per software illegale intendiamo qualsiasi prodotto software usato senza una licenza appropriata. Questa definizione include il software pirata, proveniente da una distribuzione illegale, ottenuto ad esempio tramite siti internet di download. Comprende inoltre tutte le altre forme di violazione del copyright come ad esempio: software installato su un numero di dispositivi maggiore di quello consentito dal contratto di licenza o software concesso in licenza per un utilizzo accademico ma che viene utilizzato per scopi commerciali.

Particolarmente interessante è la relazione tra la ricchezza di una nazione, espressa tramite il reddito pro capite e il suo tasso di software illegale. Questo tasso comprende tutto il software senza licenza installato su macchine: (pc, portatili, netbook, eccetto smartphones e tablet) sistemi operativi, database, programmi e applicazioni tra cui videogiochi, film e servizi di cloud computing (SaaS e PaaS). Confrontando i vari paesi è evidente un rapporto inversamente proporzionale tra il reddito e l'indice di software illegale; maggiore è il reddito minore è il tasso di software illegale scaricato e viceversa.

Statistiche mondiali per anno di riferimento 2015
Fonte: BSA GLOBAL SOFTWARE SURVEY
Alternative content
Alternative content for the legend

Correlazione tra il reddito e la diffusione del software senza licenza?

La pirateria del software ha implicazioni di ampia portata per il settore IT e per l'economia in generale e contribuisce in maniera notevole alla formazione del PIL nazionale. La diffusione di questo fenomeno porta ad un rallentamento degli investimenti, priva i produttori del software di ricavi e in conseguenza rallenta lo sviluppo e la creazione di nuovi posti di lavoro.

La ricchezza delle nazioni è proprio uno dei fattori principali da legare alla crescita di questo fenomeno. Abbiamo visto che secondo le analisi il 39% del software nel mondo è illegale ma esiste un forte divario tra i singoli paesi che rientrano nel calcolo di questa media. Si va dai paesi come Stati Uniti, Nuova Zelanda, Giappone con un tasso totale 80%.

Per dimostrare la correlazione tra il reddito e la diffusione del software abbiamo diviso 109 nazioni del mondo di cui abbiamo i dati a disposizione in tre categorie, in base al reddito, seguendo le linee guida indicate nelle analisi della Banca Mondiale (Worldbank).
Paesi a basso reddito: reddito pro capite annuo minore o uguale a 4.036 dollari (26 nazioni)
Paesi a reddito medio: reddito pro capite annuo compreso tra 4.036 e 12.475 dollari (35 nazioni)
Paesi ad alto reddito: reddito pro capite annuo maggiore di 12.475 dollari (48 nazioni)

È evidente che la media del software pirata varia in modo significativo in base alla fasce di reddito seconda cui abbiamo suddiviso i paesi. Dal grafico risulta la diseguaglianza tra le tre fasce con un tasso medio annuo compreso tra:

  • - I paesi ad alto reddito → 41% e 38%
  • - I paesi ad medio reddito → 71% e 68%
  • - I paesi ad basso reddito → 80% e 78%

Aree di diffusione del software senza licenza

Visualizziamo il tasso medio e la sua monetarizzazione in milioni di dollari del software scaricato illegalmente a seconda dell'area geografica.

Correlazione tra la diffusione del software illegale e il malware

Le conseguenze dell’uso di software senza licenza possono incidere su un’azienda da un punto di vista operativo, tecnico, finanziario e legale.

Immagine di attacchi ransomware

Gli studi di BSA dimostrano che più alto è il tasso di software non autorizzato, maggiore è la probabilità che gli utenti siano esposti ai rischi dovuti al malware, il coefficiente di correlazione è molto alto: 0.78 dove 1.0 indica la correlazione perfetta (esempio correlazione tra il livello di educazione e il reddito percepito è 0.77).

I paesi più colpiti da attacchi malware sarebbero quelli con il tasso di software senza licenza più alto, ossia America Latina e Medio Oriente; mentre Nord America ed Europa risultano le aree geografiche più sicure. Da ciò si evince quindi che tramite l’uso illecito di software non licenziato ci si espone pericolosamente al rischio di un attacco informatico, che nel caso di un’azienda costa mediamente 11 milioni di dollari, con conseguente lesione per la reputazione della stessa.

Secondo i dati degli analisti di IDC, raccolti da BSA, a livello globale gli attacchi informatici sono costati 400 miliardi di dollari, solo nel 2015. Anno in cui ogni giorno è stato registrato più di un milione di nuove minacce, con un aumento del 35% di attacchi Ransomware rispetto all'anno precedente.

Conclusioni

La sicurezza informatica è una preoccupazione sempre crescente per il settore. La crescita degli attacchi le varie forme del malware hanno una crescita esponenziale. Le imprese dovrebbero assicurarsi che il loro software sia legale e interamente sotto licenza. Questo perché il nesso tra l’uso del software illegale, senza licenza e le infezioni malware è molto forte. Se le imprese si assicurano di utilizzare il software legale, possono significativamente diminuire i rischi cibernetici.

Abbiamo dimostrato dunque che esiste effettivamente una forte relazione tra il reddito di un paese e il tasso di pirateria; sovente dunque è la possibilità che ad un uso inappropriato del software contraffato coincida un rischio di falle di sicurezza cibernetica.