UNISTAT

L'università in numeri

Unistat si pone l'obiettivo di offrire ai suoi lettori una panoramica sulle attività che riguardano l’università nel corso di vari anni, attraverso l’interazione con i dati in modo semplice e intuitivo.
In particolare l’analisi si concentrerà sul numero degli immatricolati suddivisi per regione e per corso di studio; inoltre verrà approfondito l’aspetto dei laureati in Italia in contrapposizione con i laureati nel resto dell'Europa.

Quante sono le
matricole per regione?




Prendendo come riferimento l'anno accademico 2015/16 il numero complessivo degli immatricolati risulta di 271.000 unità.

Rispetto all'anno precedente si registra una ripresa dei nuovi ingressi di circa 6.000 studenti (+2%).

Nel 2015 il tasso di passaggio dalla scuola secondaria superiore è più elevato per le donne (55,2%) che per gli uomini (44,8%).

La propensione a proseguire gli studi varia anche in base alle regioni: nel complesso, risulta più omogenea nel Nord-Est (+5,2%), mentre si registrano valori minimi nelle isole (-2,1%).

Nel corso degli anni la maggior parte delle immatricolazioni (circa 87%), si è indirizzata verso i corsi di durata triennale mentre il restante 13% ha scelto i percorsi lunghi (magistrale e ciclo unico).

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Immatricolati per corso di studio


In generale, il maggior numero di nuovi ingressi si registra per i gruppi Economico-statistico (14,7%) ed Ingegneria (11,8%); il minor numero di matricole appartiene ai settori difesa e sicurezza (0,1%) ed educazione fisica (2%).

Nei gruppi Insegnamento, Psicologico, Linguistico la presenza femminile è particolarmente alta (oltre l’70%), mentre i gruppi Difesa e sicurezza, Ingegneria e Scientifico, sono quelli in cui è maggiore il peso della componente maschile.

Dal 2010, a distanza di cinque anni, sono diminuite gradualmente le matricole nell'area giuridica (-3,3%) e politico-sociale (-1,2%).

L'area medica, che nel 2010 registrava l'8,9% di presenze, ha assisitito nel 2014 ad un aumento considerevole di accessi (+2%); tuttavia nell'anno successivo ha subito un decremento del 3,3%.

Rispetto al 2010, negli ultimi anni sono aumentate le matricole nei settori Educazione fisica (1,7%), Ingegneria (+2,8%) e Linguistico (+2,7%).

Nel 2015 decrescono in modo consistente le nuove iscrizioni nel corso di Architettura (-1,3% rispetto al periodo 2010/2014).

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I diplomati quale corso
di studio scelgono?


La scelta del corso di laurea è influenzata dal tipo di maturità conseguita.

Infatti, nel 2015, i giovani che provengono dal liceo classico scelgono maggiormente l’area giuridica (19,1%), e l’area letteraria (13,5%); coloro che sono in possesso del diploma di liceo scientifico e di scientifico opzione “scienze applicate” si orientano principalmente verso l’area di ingegneria, quella economico-statistica, geo-biologica e l’area medica.

Il 34,5% degli studenti con maturità linguistica prosegue gli studi nella stessa area; coloro che sono in possesso dei diplomi di scienze umane prediligono invece studi dell’area insegnamento e politico-sociale.

I diplomati che hanno seguito un percorso tecnico e che scelgono di proseguire gli studi universitari si orientano verso corsi di laurea in aree altamente correlate con il ciclo di studi concluso.

Gli studenti che hanno conseguito un diploma estero scelgono invece in Italia il percorso di studio universitario più vicino alle proprie attitudini.

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fotolaurea

Quanti sono i laureati in Italia?


La percentuale di successi è decisamente contenuta per i corsi dei gruppi Chimico-farmaceutico, Agrario e Scientifico.

Viceversa sono i gruppi Medico, Ingegneria ed Economico-statistico a distinguersi per l’alta percentuale di esiti positivi, da attribuirsi soprattutto alle lauree triennali (70%), in maggioranza rispetto alle lauree specialistiche (30%).

Non tutte le iscrizioni all’università portano al conseguimento del titolo, dato che una quota non indifferente di giovani abbandona il corso accademico, per gli ostacoli incontrati nello studio o per un’insoddisfacente scelta del corso di laurea.

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Quanti laureati produce l'Europa?


Secondo il rapporto Eurostat in Italia, tra i 27 paesi Ue, nel 2012 solo il 21% di chi ha cominciato l’università ha completato il percorso di studi e si è laureato entro i 34 anni: ce l’ha fatta il 26,3% delle donne e solo il 17,2% degli uomini.

Un dato che pone l’Italia come la peggiore d’Europa in quanto ben lontana dal target che viene posto dall’UE al 27% di laureati, nonostante un miglioramento dell’1% rispetto al 2011.

Penultima la Romania con una percentuale del 21,8. Uno Stato che nel 2010 aveva una situazione peggiore della nostra, ma che ha raggiunto percentuali di miglioramento decisamente superiori.

L'obiettivo posto dall'Eurozona, cioè quello di raggiungere una percentuale minima di laureati, è stata già superata da molti paesi europei: per quelli scandinavi, Spagna, Francia, Germania ma anche Lituania, Cipro e Irlanda si parla di percentuali prossime o superiori al 50%.

Una nota positiva è che il nostro paese è una delle 15 nazioni europee ad aver centrato l’obiettivo di ‘Europa 2020’ per la riduzione dell’abbandono scolastico sceso, nel 2014, dal 16,8 al 15%.

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Fonti e Crediti


Dati

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Progetto realizzato per l'esame di Laboratorio Progettazione Web del corso di laurea in Informatica Umanistica 2017(Università di Pisa).