OPUSita

Un diritto costituzionale nella realtà del XXI secolo

di S. Baldoni e B. Sicari

«L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.» Così si apre la nostra Costituzione. E poco più avanti si legge ancora: «La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto [...].»
Attraverso un'analisi degli anni che hanno immediatamente preceduto e seguito la crisi economica che ha colpito l'Italia tra il 2008 e il 2009, OPUSita si propone di far luce sulla realtà di quello che dovrebbe essere un diritto costituzionale di noi tutti, nel particolare momento storico che stiamo vivendo.

Lavorare in Italia

Il nostro Paese non è storicamente "la terra delle opportunità (e delle possibilità)" in ambito lavorativo.

Basti pensare, infatti, che nel corso del decennio intercorso tra il 2004 e il 2013, la media dei cittadini italiani occupati si è assestata intorno al 61,6%, un dato significativo se si considera che neanche due Italiani su tre possono vantare un posto di lavoro.

Ma se fino al 2008 un progressivo incremento del numero dei lavoratori si riusciva comunque a registrare, dal biennio successivo la situazione è precipitata rovinosamente: la Grande Recessione, la crisi economica di dimensione mondiale del XXI secolo, seconda solo al crollo del 1929, non ha risparmiato, ovviamente, l'Italia.

Il grafico a lato conferma il maggior effetto della crisi del 2009: una considerevole diminuzione dei posti di lavoro, complici i fallimenti di numerose aziende, e la difficoltà, per le piccole e medie imprese, di gestire i propri dipendenti. L'approfondimento dello stesso grafico, inoltre, mostra un altro dato importante: è netta la differenza tra il numero di lavoratori di sesso maschile e di sesso femminile (solo una donna su due, mediamente, ha un'occupazione).

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Il lavoratore: Identikit

Ma chi è il lavoratore italiano tipo? Qual è il suo grado di istruzione? E da quale regione proviene? Seguiamo l'evoluzione delle statistiche nel corso degli anni.

Sesso ed Età

Istruzione

Provenienza

Come visto in precedenza, sono gli uomini ad occupare il maggior numero di posti di lavoro, e in ogni fascia d'età. Inoltre, le percentuali d'impiego relativamente basse, tanto per gli uomini quanto per le donne, mostrano quanto sia difficile per i giovani affermarsi nel panorama lavorativo italiano.

Un maggior livello di istruzione garantisce possibilità lavorative migliori. E i numeri lo confermano: sono sempre i laureati, infatti, ad avere la percentuale di impiego più alta, mentre resta bassissima la soglia di occupazione tra chi non possiede alcun titolo di studio.

I dati dimostrano come ad occupare le prime posizioni della classifica siano, senza eccezioni, le regioni del Nord Italia. A contendersi il primato di occupazione, infatti, sono i lavoratori dell'Emilia Romagna e del Trentino Alto Adige.

Lavorare in Europa

Il rallentamento globale, tuttavia, non è stato risentito ovunque e allo stesso modo dell'Italia.

Il grafico a lato, infatti, ampliando l'orizzonte di analisi dal piano nazionale trattato sin qui, fino ad un piano comunitario, mostra quanto la situazione europea sia senz'altro migliore della nostra: negli stessi anni in cui, in Italia, la percentuale di impiego non ha neanche mediamente sfiorato il 62%, in Europa, i primi paesi per numeri di lavoratori hanno potuto contare dai dodici ai sedici punti percentuali in più.

La migliore, nel corso degli anni, risulta essere la Svezia, che grazie a ingenti investimenti in programmi attivi per il mercato del lavoro, è riuscita a far incontrare al meglio la domanda e l'offerta di lavoro.

A seguire, piccole nazioni come Danimarca, Paesi Bassi ed Austria, mentre l'unica grande potenza a comparire nelle prime posizioni della classifica è il Regno Unito.

L'Italia, invece, in questa classifica, occupa soltanto il penultimo posto dei Paesi dell'Unione Europea.

Sic...

Viene spontaneo, a questo punto, chiedersi "Ma quando finirà la crisi?" Sicuramente non troverete qui la risposta, ma possiamo salutarci con almeno uno spunto di riflessione.

Indubbiamente è vero che l'economia dell'Italia e del mondo ha rallentato da tempo, ma è anche vero che il tenore di vita medio è notevolmente più alto rispetto al passato. Quindi, se state pensando (o sperando) di poter tornare al mondo prima della crisi, una ripresa, probabilmente, non ci sarà mai.Il mondo che ci hanno lasciato i nostri genitori non esiste più: sarà diverso e spetterà a noi scriverne la storia.

Cambiare il modo di intendere l'economia potrebbe essere un buon punto di partenza: da un sistema produzione-lavoro-aumento di ricchezza ad un'economia di tipo sharing.

Esempio di long form journalism digitale, OPUSita nasce per analizzare l'applicazione di un diritto, come quello al lavoro, in un difficile momento storico per l'economia italiana.

Il progetto è stato ideato e realizzato da Simone Baldoni e Benedetta Sicari per l'esame di Laboratorio Progettazione Web (CdL in Informatica Umanistica - Università di Pisa).