MARTE CONTRO VENERE

Analisi sulla violenza contro le donne

NEL MONDO

Le Nazioni Unite definiscono Violenza contro le donne "ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà".
Un recente studio della Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato, a partire da dati provenienti da oltre 80 paesi nel mondo, che in media il 35% della popolazione femminile ha subito una violenza di questo tipo nel corso della propria vita, ovvero una donna su tre. La maggior parte di queste violenze inoltre risulta essere perpetrata dal proprio partner intimo e in molti casi relazioni di questo genere vengono comunque portate avanti, mettendo a rischio le donne coinvolte.
Lo studio inoltre ha rivelato che sebbene le regioni OMS più a rischio siano la regione del Sud-est asiatico e la regione Africana, le percentuali risultano essere mediamente simili e non è possibile identificare una netta differenza basata su criteri come reddito medio o istruzione. Alcuni fatturi culturali possono essere di importanza, ma nell'ambito di questo studio non è stato possibile delineare un'immagine chiara in tal proposito.
Nella mappa in basso è possibile vedere, per alcune fasce d'età, la percentuale di donne che hanno subito un qualunque tipo di violenza da parte del proprio partner. Il grafico subito sotto invece illustra le medie globali per fasce di età evidenziando come l'età della vittima sia un fattore generalmente secondario.

Fascia d'età:


L'OMS, a seguito dello studio, si è data i seguenti obiettivi:

Sono dunque provvedimenti volti principalmente a inquadrare il problema per studiarlo, analizzarlo e solo in seguito, con una visione chiara della situazione, proporre rimedi possibilmente efficaci. Da questo studio possiamo quindi capire come il tema della violenza contro le donne sia diventato di dibattito solo in tempo recente e che quindi una soluzione efficace è ancora lontana.


IN EUROPA

A livello europeo lo studio più recente è avvenuto tra Marzo e Settembre 2012 a cura della Agenzia per i Diritti Fondamentali dell'Unione Europea, che ha intervistato più di 42000 donne sul territorio europeo. Nell'ambito di questa analisi si è preferito mettere a confronto due dati altamente indicativi: le effettive percentuali di incidenza di questi atti, da raffrontare, in media e per ciascuno stato, con il livello di consapevolezza pubblica.
Nella mappa di sotto è possibile vedere, sulla sinistra, una heatmap che mostra i livelli percentuali di violenza per ogni singolo stato della UE. Sulla destra, inizialmente, la medie delle risposte alla domanda "In generale, quanto credi siano comuni le violenze contro le donne nel tuo stato"? Andando inoltre a cliccare su uno dei vari stati, la torta a destra cambierà le proprie percentuali per rispecchiare quelle specifiche dello stato selezionato.

Il dato più significativo che possiamo trarre da questa comparazione è che sebbene nella maggior parte degli stati la consapevolezza sia alta, ciò non sembra influenzare in alcun modo l'effettiva percentuale nazionale di violenze e, anzi, spesso e volentieri gli stati con percentuali più alte sono quelli più consapevoli della propria situazione. Ciò significa che la semplice sensibilizzazione non basta a migliorare la situazione e che quindi bisogna andare oltre.



IN ITALIA

Per delineare la situazione italiana sono stati presi in considerazione due studi ISTAT, uno risalente al 2006, l'altro al 2014. Messi a confronto i dati più generali di questi due studi è ben visibile che la situazione, nel corso di quasi dieci anni, non è cambiata. Ciò può indicare che gli attuali meccanismi di supporto e prevenzione non sono abbastanza efficaci. I casi di cronaca in merito sono sempre più frequenti e gravi.
I primi Centri antiviolenza sono nati solo alla fine degli anni novanta ad opera di associazioni di donne provenienti dal movimento delle donne, tra cui la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna e la Casa delle donne maltrattate di Milano. Ad oggi sono varie le organizzazioni che lavorano sui vari tipi di violenza di genere. I Centri antiviolenza in Italia si sono riuniti nella Rete nazionale dei Centri antiviolenza e delle Case delle donne.
Recentemente si è assistito ad un dibattito più intenso sui media italiani in seguito all'introduzione del termine femminicidio e del provvedimento in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere. Tale legge è oggetto di critiche anche da parte di molte delle associazioni che si occupano di violenza di genere.

Nella cartina più sotto è invece possibile vedere la percentuale di donne che hanno subito una violenza fisica o sessuale nel corso della loro vita. Si fa da un massimo di 39.2% in Lazio ad un minimo di 23.7% in Basilicata. Il Centro-Nord ha statisticamente una percentuale più alta di casi, ma tutte le regioni della penisola presentano comunque un'incidenza molto vicina alla media nazionale, ovvero il 31.5%.

Donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito violenza dal partner o da un non partner, percentuale regionale

Fonte: Studio ISTAT 2014

Per le donne straniere il rischio di violenza fisica o sessuale nel corso della vita è simile a quello delle italiane (31,3% contro il 31,5%). Tuttavia, la violenza fisica è più frequente fra le prime (25,7% contro il 19,6% per le italiane), mentre la violenza sessuale è più frequente fra le seconde (16,2% delle straniere contro il 21,5% delle italiane).
Le forme più gravi, come stupri e tentati stupri, sono invece più diffuse tra le straniere (7,7% e 5,1%). Ciò significa che le italiane subiscono soprattutto violenze sessuali meno gravi, come le molestie, soprattutto da parte di sconosciuti. Le donne straniere che hanno subìto violenze da un ex partner sono il 27,9%, ma per il 46,6% di queste, la relazione è finita prima dell’arrivo in Italia.



Mappa dei Centri Antiviolenza D.i.Re

Nel 2008 è nata una federazione nazionale che riunisce 65 Centri antiviolenza in tutta Italia dal nome D.i.Re: Donne in Rete contro la violenza alle donne. D.i.Re fa parte dell'organizzazione europea WAVE, network Europeo dei Centri antiviolenza che raccoglie oltre 5.000 associazioni di donne.
Dal 2006 anche in Italia si stanno sviluppando campagne di sensibilizzazione dirette agli uomini e, più recentemente, promosse da uomini; come visto in precedenza, però, la semplice sensibilizzazione non è sufficiente a contrastare questo fenomeno. Una rete di sostegno come questa, impegnata anche in ambito di prevenzione e supporto in maniera attiva di casi di violenza di genere, è forse uno dei metodi più efficaci attualmente in circolazione.
Sotto sono visibili vari centri D.i.Re presenti sul territorio italiano.