Introduzione



Il nome Ebolavirus deriva dal fiume Ebola nello Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo), un tributario del fiume Congo dove avvenne l'epidemia del 1976.

Gli Ebolavirus sono strettamente collegati con i marburgvirus.

L'infezione da virus Ebola porta a sviluppare una febbre emorragica. I sintomi di questa condizione sono variabili e compaiono improvvisamente. La sintomatologia iniziale comprende febbre alta (almeno 38,8 °C), cefalea, mialgia, artralgia, dolori addominali, astenia, faringite, nausea e vertigini.Il virus progressivamente causa sintomi di più grave entità, come diarrea, feci scure o sanguinolente, vomito scuro dall'aspetto a "fondo di caffè", occhi rossi dilatati con presenza di aree emorragiche sulla sclera, petecchie, rash maculopapulare e porpora. Altri sintomi secondari includono ipotensione, ipovolemia, tachicardia, danni agli organi (soprattutto a reni, milza e fegato) come risultato di una necrosi sistemica disseminata e proteinuria. L'emorragia interna è causata da una reazione tra il virus e le piastrine che dà luogo a varie rotture nelle pareti dei vasi capillari. Occasionalmente si presentano sanguinamenti interni o emorragie esterne orali e nasali.

La malattia da virus Ebola è di difficile diagnosi nei primi giorni a causa dei sintomi non specifici, e generalmente una diagnosticata clinica deve essere confermata tramite test ELISA (Enzyme-Linked ImmunoSorbent Assay) per la ricerca di antigeni virali, che tuttavia fornisce risultati ambigui durante le fasi non epidemiche.

L'intervallo tra insorgenza dei sintomi e morte è intorno ai 7-14 giorni. Il tasso di mortalità è alto, tra il 50 e il 90%; le cause principali di morte sono lo shock ipovolemico e la sindrome da disfunzione multiorgano.

Tra gli esseri umani, il virus viene trasmesso mediante il contatto diretto con i fluidi corporei infetti (anche il sudore naturalmente sempre presente sulla pelle), oppure, in minor proporzione, per via epidermica o per contatto con le membrane mucose. Il periodo di incubazione può variare dai 2 ai 21 giorni, ma generalmente è di una settimana.

Le infezioni di ebolavirus su pazienti umani sono state documentate in casi di contatto con scimpanzé infetti, gorilla e antilopi della foresta, avvenuti in Costa d'Avorio, nella repubblica congolese e in Gabon. Anche la trasmissione virale del tipo Reston ebolavirus è stata registrata a causa del contatto con scimmie cynomolgus (Macaca fascicularis). I pipistrelli sono considerati il serbatoio naturale più probabile dei virus appartenenti al genere Ebolavirus. In passato sono state prese in considerazione anche piante, artropodi e uccelli. I pipistrelli erano noti occupanti della fabbrica di cotone in cui sono stati riscontrati i primi casi nei focolai epidemici del 1976 e 1979, e sono stati anche implicati nelle infezioni da virus Marburg nel 1975 e nel 1980.


Bioterrorismo


L'alta mortalità e la mancanza di vaccini e terapie adeguate, classificano gli appartenenti al genere Ebolavirus come un agente di rischio biologico di livello 4, così come agente bioterroristico di categoria A.

Come arma terroristica, gli ebolavirus sono stati presi in considerazione dai membri della setta giapponese Aum Shinrikyo, il cui leader, Shoko Asahara, inviò circa 40 membri in Zaire nel 1992 i quali si finsero di supporto medico alle vittime dell'ebola, presumibilmente nel tentativo di acquisire un campione virale.

La paura nel 2014 è tornata. Mell'anno 2014 e 2015 l’epidemia è andata fuori controllo diversamente dalle scorse volte. Spiega il medico Grazia Caleo in una intervista rilasciata al diario "Il sole-24 ore", che le ragioni per le quali l'ebola questa volta è riuscito a spargersi in una maniera tale è dovuto a vari fattori legati alla natura dell’epidemia, al comportamento della gente e alla risposta inadeguata a livello internazionale. L’epidemia si è sviluppata in un area di confine tra tre paesi con forte movimento di popolazione con un fragile sistema sanitario. A questo si aggiunge l’assenza della conoscenza di questa malattia in questa zona, dove si è presentata per la prima volta. Inoltre, la pratica dei funerali in cui si usa lavare i corpi dei defunti toccandoli senza alcuna protezione, è un fattore che ha scatenato tante infezioni e causato spesso la morte di intere famiglie. Per la prima volta ebola si è diffusa in aree densamente popolate come le città e l’epidemia ha ulteriormente indebolito sistemi di salute instabili. Per esempio le vaccinazioni contro polio e morbillo sono sospese o la popolazione non si reca più in ospedale per paura di contaminarsi”.

E non è solo la preoccupazione che arrivi un paziente infetto, ma che i terroristi possano utilizzare il virus come arma di distruzione di massa. In un momento di tensioni geopolitiche internazionali come questo la paura di un attacco bioterroristico viene tenuta in considerazione, anche se sia esperti di sicurezza che infettivologi escludono che questa eventualità possa concretizzarsi. Per una serie di ragioni. Innanzitutto riuscire a realizzare una fornitura massiccia è uno sforzo estremamente costoso. In più, mentre il virus si diffonde facilmente per contatto con i fluidi corporei di una persona infetta, sarebbe molto difficile da manipolare e controllare. Come ha ricordato Anthony Fauci, direttore dell’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive statunitense al Congresso.