Il mercato militare

i protagonisti del business più controverso
dal 1950 al 2014

La guerra è una costante che ha accompagnato lo sviluppo umano fin dagli albori della sua nascita. Ogni grande civiltà ha sperimentato la necessità di sviluppare tecnologie e strategie che le permettessero la propria difesa ma anche la supremazia sugli altri popoli.
Dopo la seconda guerra mondiale, lo sviluppo delle tecnologie belliche, giunto ad un potenziale distruttivo ultimo, spinse l'umanità alla creazione di diversi gruppi sovrannazionali con il fine di prevenire i conflitti tramite la ricerca di una soluzione pacifica alle controversie internazionali. Questa inversione di tendenza tuttavia, pur riuscendo a contenere, almeno in apparenza, l'implementazione delle grandi armi di distruzione di massa, non è riuscita tutt'oggi a fermare il fenomeno della guerra ed il suo florido mercato che andremo ad analizzare sotto diversi aspetti nel corso di questo articolo.
Basandoci su una linea temporale che va dal boom economico agli anni recenti, evidenzieremo l'andamento di vendita globale delle diverse tipologie di armi militari tramite una scansione decennale, mostreremo i sette principali paesi coinvolti nella vendita delle tecnologie belliche, metteremo in evidenza le categorie di armi più vendute da ciascuno di essi e la percentuale di contributo che i primi sette compratori hanno apportato a ciascuna nazione fornitrice.

Il mercato

Il grafico a destra mostra la situazione delle vendite delle categorie di armi con una scansione decennale, prendendo i dati relativi all'anno di inizio decennio.
Da ciò che ci mostrano i nostri risultati, possiamo facilmente vedere che le tecnlogie belliche preferite dall'uomo nella sua storia recente sono quelle che dominano i cieli; aviazione è il dipartimento attorno al quale routa il business maggiore del nostro rapporto e che, nel suo picco più influente in questa scansione, il 1980, vede una spesa di 19,882.m$. Per quanto riguarda i veicoli corazzati, il 1970 è stato l'anno con il picco più alto, per un totale di 5,090.m$. Dopo aver attraversato un periodo di crescita, il mercato di questi mezzi è poi andato a calare per riottenere cifre rilevanti soltanto nel 2010. Le navi da guerra mostrano un andamento di mercato molto curioso fra salite, discese e periodi di relativa stabilità; raggiungono il loro picco massimo, come l'aviazione, nel 1970, con un totale di 5,923.m$. In maniera simile a quest'ultima categoria, si sviluppa anche quella dei sistemi di contraerea, anche se essa registra degli introiti nettamente minori, raggiungendo comunque un picco massimo nel 1980. Per quanto riguarda il business dei missili, vediamo un incremento notevole nel 1970 e una lenta ricrescita solo nel 1990, anno in cui vengono spesi 3,989.m$, successivamente il mercato esibisce un calo ed una seguente stabilizzazione. I sensori, i motori e l'artiglieria restano sotto la cifra dei 1,500.m$: la prima categoria tende a salire, la seconda manifesta un continuo sali e scendi, impennandosi nel 2010 rispetto al 2000, così come la terza, che vede il suo picco più alto nel 1970, registrando poi introiti sempre minori, fino al 2010. Per quanto riguarda le armi per equipaggiare le navi e i veicoli (Altro: categoria in cui sono riportate le spese per le torrette), queste non arrivano alla quota di 400.m$: le prime hanno un andamento zigzagante durante gli anni presi in considerazione, mentre le torrete per i veicoli trovano un mercato fertile dal 1970 in poi ma mostrano una crescita vistosa solo nel 2000. Infine, come possiamo vedere, la spesa per i satelliti non raggiunge mai il miliardo di dollari nell'arco di questi sessant'anni.

I sette maggiori fornitori

Come anticipato in precedenza, nel grafico sottostante vengono messe in evidenza le spese e le entrate delle sette maggiori nazioni fornitrici all'interno del mercato globale delle tecnologie militari, prendendo in considerazione vendite e acquisti di ognuna di esse a partire dal 1950.
Il fatto di trovare gli Stati Uniti al primo posto, non ci stupisce: come possiamo vedere dall'istogramma, le ingenti spese vengono tranquillamente coperte dalle entrate del colosso statunitense che riesce a guadagnare 591,659.m$. Al secondo posto troviamo il Regno Unito, le cui vendite superano di ben quattro volte gli acquisti, con un'entrata netta di 104,976.m$. La Russia non è comunque da meno: nonostante la sua giovane età (divenuta Federazione Russa nel 1992), la vediamo comparire al terzo posto, con un guadagno di 115,861.m$. La Francia, invece, si classifica al quarto posto, ottendendo un guadagno di 96,479.m$ dal business militare. Al quinto posto troviamo la Germania, una delle due nazioni presenti in questa classifica, che troveremo anche nella top seven dei maggiori compratori. Nonostante il primato in entrambe riesce ad avere un utile di 24,078.m$. La Cina è la seconda nazione presente anche nella classifica dei maggiori compratori, ma, a differenza della Germania, predilige la spesa per quanto concerne il settore militare. L'effetto di questa politica la vede andare in rosso di 26,389.m$. Al settimo e ultimo posto troviamo l'Italia, l'unica delle sette nazioni che mostra un effettivo equilibrio di mercato, con entrate ed uscite simili che gli permettono comunque di registrare un guadagno netto di 2,165.m$.


1°: Stati Uniti Come mostrato prima, il colosso bellico statunitense detiene il primato fra i fornitori mondiali.
Come possiamo vedere nel grafico a torta sulla destra, i suoi utili di 635,766.m$, dipendono per la stragrande maggioranza dalla vendita dei mezzi di aviazione, dai quali ha ricavato, fino al 2014, 391,416.m$. Come seconda categoria maggiormente venduta, troviamo quella dei veicoli corazzati, che gli hanno consentito un'entrata di 391,416.m$.




2°: Regno Unito
Anche i proventi della seconda in classifica, che ammontano a 137,082.m$ derivano perlopiù dalla vendita di mezzi di aviazione, anche se in percentuale ridotta sul totale, rispetto a quelli incassati nella suddetta categoria dagli States. Una differenza importante da sottolineare tra il mercato americano e quello inglese, è data dalla vendita delle navi, che contriubuiscono del 20% all'incasso totale del mercato inglese, garantendogli, nel tempo, un guadagno di 27,953.m$.


3°: Russia
Per quanto riguarda la Russia, anche il suo mercato dipende largamente dalla vendita di mezzi di aviazione, categoria fondamentale nel mercato di ogni nazione come mostrato nel grafico della sezione precedente. L'aviazione ha fin'ora portato alla Russia un utile di 56,543.m$. Notevoli introiti derivano anche dalla vendita dei missili, che costituiscono il 15% dei 116,492.m$ guadagnati dal mercato russo, per un totale di 17,224.m$.




4°: Francia
Anche la Francia, quarta classificata nella top seven grazie ai suoi guadagni di 115,121.m$, deve i suoi introiti, oltre che alla vendita dei mezzi d'aviazione, al commercio delle navi, che ne costituiscono il 16%, per un totale di 18,718.m$, seguono i missili, che definisco il 13% del guadagno francese, ben 15,490.m$.


5°: Germania
La Germania, invece, sorprende. Fin'ora è l'unica nazione che non deve la gran parte dei suoi guadagni al settore dell'aviazione, che comunque costituisce il 10% delle sue entrate, ma a quello navale. Infatti le navi, che costituiscono il 47% degli 80,030.m$ guadagnati nell'arco di questi anni dalla Germania, permettono di registrare un'entrata pari a 37,412.m$. Di percentuale ben più alta rispetto ai mezzi d'aviazione, sono anche i veicoli corazzati che costituiscono la seconda categoria per introiti del mercato tedesco; sono il 24%, 19,330.m$.



6°: Cina
La Cina, invece, rimane sulla stessa onda delle precedenti nazioni: il 35% dei suoi introiti viene dalla vendita di mezzi d'aviazione (16,811.m$), anche se possiamo vedere come la categoria dei veicoli corazzati costituisca una notevole fetta dei 47,846.m$ guadagnati dal 1950 al 2014 e, non di meno, il settore delle navi, che costituisce il 21% dell'utile. Le due categorie fanno rispettivamente registrare alla repubblica popolare un guadagno di 12,488.m$ e di 9,946.m$.


7°: Italia
Come ultima classificata nella nostra top seven, troviamo l'Italia, i cui guadagni non si discostano di molto dall'andamento dei mercati delle altre sette nazioni. Anche il mercato italiano dipende largamente dalla vendita dei mezzi d'aviazione, che le hanno apportato un guadagno di 12,778.m$. Riscontriamo un 8% dovuto alla vendita di sensori e un'egual percentuale da quella degli armamenti navali, categorie che di fatto hanno venduto per un totale di 2,298.m$ e di 2,336.m$. Per quanto riguarda le altre categorie di armi, la nazione trae un guadagno 8,500.m$ dalla vendita di navi, uno di 2,041.m$ dall'industria dei missili, 1,001.m$ dalla vendita dell'artiglieria e per finire, di 971.m$ per quanto concerne i veicoli corazzati.

I sette maggiori compratori

Fra i sette principali acquirenti ritroviamo due paesi del precedente grafico, gli unici paesi di questa classifica che si occupano con zelo sia delle compere che delle vendite: si tratta della Cina e della Germania che occupano rispettivamente il secondo ed il quinto posto. Il colosso comunista, come detto in precedenza, predilige l'acquisto delle armi, ed esce dal mercato militare con una cifra negativa. La Germania preferisce invece la produzione nonostante sia fra i principali acquirenti nel mercato mondiale. Al primo posto nella top seven dei compratori troviamo l'India, che ottiene il titolo di maggiore finanziatore del mercato delle armi militari globale. Al terzo, il Giappone, le cui spese superano di circa trentadue volte i milioni ricavati dalla vendita; questo anche perchè, fino al 2014, la nazione si era autoimposta un blocco sull'esportazione di armi militari. Segue l'Egitto con una spesa netta di 57,900.m$. Al sesto posto, la Turchia mostra un'uscita di 52,938.m$ investiti nel settore militare. All'ultimo posto, con una cifra irrisoria di vendita ed una consistente di acquisti, si trova l'Arabia Saudita che dal boom economico al 2014 ha impiegato nella spesa militare più di 50 miliardi di dollari.
Nelle successive slides mostreremo quanto gli acquisti di queste sette nazioni abbiano influenzato il mercato dei precedenti sette Paesi fornitori di tecnologie militari. Le percentuali che verranno sottoposte alla vostra attenzione non mostreranno quanto gli acquirenti comprano dai relativi fornitori, ma quanto, questi acquisti, siano influenti nel mercato dei relativi venditori presi in considerazione, ovvero Stati Uniti, Regno Unito, Russia, Francia, Germania, Cina e Italia.

1°: India
Per quel che possiamo vedere, il mercato militare delle sette maggiori fornitrici che viene maggiormente finanziato dagli acquisti dell'India è quello della Russia, la quale vede il 29% dei suoi profitti provenire proprio dalla suddetta nazione, alla quale ha venduto, dal 1950 al 2014, armamenti militari per un totale di 34,046.m$. Notiamo inoltre l'assenza di rapporti economici con la Cina, e la spesa di 15,957.m$ a favore del mercato del Regno Unito.




2°: Cina
Anche la Cina finanzia notevolmente il mercato della Russia, la quale le deve il 27% del proprio profitto: 32,030.m$32,030.m$. Per quanto riguarda la situazione con Germania, Italia e Stati Uniti, il grafico mostra uno 0% sul mercato del fornitore: questo non significa che non ci siano accordi di compra-vendita tra le nazioni, ma che le entrate provenienti dalla nazione cinese non sono indispensabili al mantenimento del mercato dei tre fornitori; di fatto la Cina acquista armamenti da questi tre peasi, rispettivamente per un valore di 389.m$, di 26.m$ e di 209.m$.


3°: Giappone
Il Giappone, di contro parte, è avulso da rapporti economici in campo bellico con la Russia, ma mostra che per un buon 9% influisce sui guadagni degli Stati Uniti, avendo acquistato armamenti militare per un valore totale di 58,557.m$. Nei confronti della Francia non ricopre un ruolo indispensabile, influendo con la modica cifra di 239.m$.



4°: Egitto
Per quel che possiamo vedere, l'Egitto è l'unica (per ora) delle nostre sette nazioni compratrici, ad intrattenere rapporti di acquisto nei confronti di tutte e sette le grandi fornitrici mondiali. Ricopre un ruolo di notevole importanza per il mercato della Cina e influisce in maniera ridotta su quello degli Stati Uniti. Queste due nazioni vedono entrare rispettivamente nelle loro casse 2,899.m$ e 23,118.m$. Come possiamo vedere da questo esempio, la mole di acquisti fatta dalla nazione egiziana è molto più alta nei confronti degli States, ma questo non significa che il mercato del fornitore dipenda assolutamente dalla nazione presa in considerazione. Ricordiamo nuovamente che queste percentuali sono relative a quanto, un copratore, influisce sul mercato di un fornitore.


5°: Germania
La nazione tedesca si vede partecipe del mercato degli Stati Uniti e in una più o meno uguale misura, in quello di Francia e Italia. Questi Paesi hanno sin'ora percepito entrate provenienti dalla Germania per un valore rispettivo di 44,173.m$, 5,218.m$ e 1,582.m$. Non ricopre un ruolo importante nei proventi della Russia, dalla quale ha acquistato 29.m$.




6°: Turchia
Anche la Turchia, come l'Egitto, è presente in tutti e sette i mercati dei maggiori fornitori. Predilige nettamente i rapporti con la Germania, alla quale ha versato 10,353.m$, il 13% dei suoi profitti. Non è comunque indispensabile per il mercato di Cina e Russia, da cui acquista merci per un valore di 43.m$ e 201.m$. Ha inoltre un'influenza maggiore sul mercato dell'industria bellica dell'Italia rispetto a quello degli Stati Uniti.


7°: Arabia Saudita
Il regno dell'Arabia Saudita influisce visibilmente sul mercato militare di sei delle sette nazioni. Non intrattiene infatti rapporti con la Russia. I suoi acquisti sono rilevanti per il mercato del Regno Unito e della Francia, che le devono il 5% dei loro utili, con entrate pari a 8,832.m$ e 2.m$. Nonostante acquisti armamenti per un valore di 30,323.m$ dagli Stati Uniti, contribuisce solamente al 5% del mercato degli States, paese verso il quale l'Arabia Saudita dirige la maggior parte degli investimenti in ambito militare.