[Bamberga 1538 - La nascita]

Nella cittadina tedesca di Bamberga, fiore all’occhiello dei vescovi-principi di Baviera, nacque nel marzo del 1538 Cristoph Clavius. Nulla è noto riguardo la sua famiglia di origine, tanto che incerta rimane tutt’oggi la natura stessa del suo cognome: la forma “Clavis” come talvolta si firma egli stesso, sembra essere la latinizzazione di un originale tedesco, probabilmente “Schlüssel”, che tradotto in italiano significa “chiave”. A quasi cinque secoli di distanza è ormai molto improbabile riuscire a stabilire con certezza quale fosse il vero cognome di Clavius, ma qualche insicurezza dovevano averla anche alcuni suoi contemporanei, talvolta a lui molto vicini, come Matteo Ricci, suo allievo e celebre gesuita impegnato nelle Missioni Orientali, che ne rese in cinese il cognome come se esso derivasse dal latino “clavus”, ovvero “chiodo”. La forma “Clavius” con la quale oggi lo identifichiamo è quella che utilizzò nella pubblicazione delle sue opere e con la quale era probabilmente più conosciuto ai suoi tempi.

[Roma 1555 - Ingresso nell'ordine]

Nulla dunque si sa della sua infanzia: il primo documento in cui Clavius compare risale infatti al febbraio 1555, anno in cui entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù a Roma. Molto interessante la vicenda del suo ingresso nell’ordine fondato da Ignazio di Loyola: fu infatti il fondatore in persona, canonizzato nel 1622, a consegnargli la veste da novizio. Nei dieci mesi che il giovane tedesco trascorse a Roma, ebbe più di un’occasione per parlare con Ignazio: i temi ricorrenti riguardavano soprattutto aspetti della vita spirituale che venivano discussi insieme ad altri gesuiti come Geronimo Nadal e Luigi Gonçalves.

Entra nel noviziato gesuitico di Roma. Ammesso il 1 Febbraio.

Pronuncia i voti semplici. Firma Christophorus Clavis Bambergensis.

Citato da Ignazio di Loyola fra le persone entrate di recente nella compagnia.

[Roma-Genova-Lisbona 1555-56 - Il viaggio in Portogallo]

Il viaggio, intrapreso insieme ad altri 12 o 13 compagni, fu molto travagliato tanto che durò quasi sei mesi. A causa di varie difficoltà sia nel percorso a piedi che in quello in nave, il gruppo fu costretto a separarsi già a Genova e si riunì solo il 12 febbraio del 1556 a Lisbona.

Raggiunge Genova via terra, a piedi, insieme ad altri cinque novizi diretti in Castiglia.

A Genova le condizioni del mare impediscono la partenza fino al 21 Dicembre.

Arriva ad Alicante il 30 Dicembre.

Arriva a Lisbona

[Coimbra 1556-60 - La "scoperta" della matematica]

Dalla capitale portoghese Clavius si trasferì subito a Coimbra: sarà qui che Clavius, ormai ventenne, “scoprì” la matematica. L’incontro, quasi fortuito, avvenne durante lo studio della logica aristotelica, in particolare degli Analytica Posteriora, dove il filosofo greco fa ampio uso di esempi matematici. Per intendere meglio il pensiero di Aristotele, Clavius si decise a studiare da autodidatta i principi della matematica, materia cui si dedicò per il resto della sua vita. In breve si appassionò alla materia e alle sue derivazioni, come l’astronomia: nel 1560 Clavius osservò per la prima volta nella sua vita un’eclissi di Sole e la sua prima opera a stampa pubblicata nel 1570 avrà per argomento proprio l’astronomia trattandosi di un commento alla Sphaera, opera del celebre matematico medievale Giovanni Sacrobosco riguardante la struttura del cielo.

Raggiunge Coimbra.

Segue il triennio di grammatica, per l'apprendimento degli elementi essenziali della lingua latina.

Si ammala.

Segue il corso di logica del primo anno di filosofia.

Segue il 2o anno di filosofia.

Studia (da autodidatta) e insegna la matematica.

A Coimbra osserva una eclissi totale di sole.

[Roma 1560 - L'insegnamento della matematica]

Tornato a Roma sul finire del 1560, dal novembre del 1563 assumerà l’insegnamento pubblico della Matematica, nonostante stesse ancora terminando gli studi di teologia che portò a compimento solo nel 1567. Il compito di insegnare, affidatogli così giovane, dimostra quali fossero le doti di Clavius e come esse erano valorizzate dai suoi diretti superiori. Oltre al corso pubblico di matematica frequentato dai più promettenti giovani, gesuiti e non, il matematico tedesco teneva un corso avanzato riservato ai gesuiti che si svolgeva all’interno di un’Accademia. Sotto la guida di Clavius l’Accademia di Matematica divenne una tappa obbligata per tutti gli studiosi europei della materia, vista sia la qualità dell’insegnamento, sia i risultati raggiunti da coloro che la frequentarono.

Viene rimandato a Roma

E' nel Collegio Romano fra i Phisici tertii anni. Forse insegna matematica.

Studia teologia.

Studia teologia e assume l’insegnamento di matematica.(forse solo per gli studenti gesuiti).

Diventa sacerdote.

Continua gli studi di teologia.

Termina gli studi di teologia.

Osserva a Roma una eclissi anulare di sole quasi totale.

Professore di matematica nel Collegio Romano.

A Roma effettua due osservazioni sull'altezza meridiana del sole.

Compone un trattato di cosmografia che non viene pubblicato.

Lettore di matematica nel collegio. Viene nominato penitenziere.

In Sicilia per collaborare al completamento di un manuale di matematica ad uso delle scuole dei gesuiti.

Si trova a Loreto come penitenziere.

Osserva la nova nella costellazione di Cassiopea e ne misura la posizione.

E' a Napoli.

Parte da Napoli per Messina, dove tiene lezioni su Gli elementi e la teorica dei pianeti.

In seguito va a Palermo

Soggiorna a Napoli

[Roma 1575 - Il globo celeste]

Gli interessi del nostro gesuita come abbiamo visto furono molteplici. Tra questi va anche menzionato il suo contributo nella costruzione di strumenti scientifici, fra cui va senza dubbio ricordato il globo celeste, oggi conservato nella Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e databile al 1575, sul quale la posizione degli astri è stabilita in base all’opera di Niccolò Copernico De revolutionibus orbium coelestium, celebre per aver confermato scientificamente la teoria eliocentrica dei pianeti riscoperta dopo secoli di oblio, teoria per la quale la terra non risulta essere al centro delle orbite dei pianeti che compongono il sistema solare, ma bensì in orbita essa stessa intorno al Sole. Questo globo ha una notevole importanza storica poiché fu probabilmente il primo ad essere costruito in Italia seguendo le teorie copernicane.

Torna a Roma.

Cura la costruzione di un globo celeste, fissando la posizione delle stelle principali secondo il De revolutionibus orbium coelestium di Copernico, probabilmente il primo strumento “copernicano” costruito in Italia. Tiene un corso di lezioni sul computo ecclesiastico.

A Roma professa i 4 voti.

[Roma 1582 - Il contributo alla riforma del calendario e le contestazioni dei protestanti]

La notorietà di Clavius crebbe ulteriormente dopo che papa Gregorio XIII lo chiamò per portare a termine la riforma del calendario giuliano iniziata anni prima su proposta di Luigi Lilio. Il nuovo calendario prese il nome dal papa che lo approvò nel 1582, divenendo universalmente noto come calendario gregoriano. Questa riforma resasi necessaria per motivi legati alla liturgia della Pasqua (sempre più in ritardo a causa dell’imprecisione del calendario giuliano) si trasformò in breve in uno strumento di potere nell’Europa dell’epoca. Come dovevano comportarsi gli stati Protestanti rispetto a questa riforma? Dovevano accettarla in nome della sua scientificità o contestarla in virtù del l’autorità che l’aveva emanata? In un momento storico in cui gli scontri tra cattolici e protestanti erano ancora aspri (e tali resteranno per altri decenni), si decise di non accettare il nuovo calendario e di scagliarsi contro il suo principale artefice, appunto Clavius. I pretesi errori contestati da matematici di chiara fama come Joseph Scaliger, furono presto controbattuti da Clavius, certo della sua ragione e pronto a ribattere colpo su colpo a ogni critica che gli veniva rivolta da parte dei suoi detrattori: del resto la correttezza degli argomenti di Clavius è stata confermata anche dalla storia, visto che, seppur con tempi diversi, tutto il mondo occidentale si è deciso ad adottare il calendario gregoriano come strumento di misurazione del tempo e che ancora oggi esso è in uso così come venne concepito oltre quattro secoli fa da Clavius.

Probabilmente si distacca dall’insegnamento e partecipa alla Congregazione per la riforma del calendario, con la stesura del Compendium novae rationis restituendi kalendarium, terminata all'inizio del 1577.

Partecipa alle verifiche delle scoperte telescopiche galileiane.

Scrive i programmi per l'insegnamento della matematica nel Collegio Romano, in tre redazioni di diversa ampiezza, relative a corsi di diversa durata e impegno.

La stampa della Gnomonica é terminata, ed e già iniziata quella della seconda edizione del Commentarius a Sacrobosco.

Soggiorna per la terza volta in Campania. Il rettore del noviziato di Nola era allora B. Ricci, suo ex allievo e supplente. Nell'occasione a Napoli incontra forse il matematico G.P. Vernalione.

Incontra a Roma il matematico belga Adriaan van Roomen.

Incontra più volte a Roma J. Curtius. Pubblica Theodosii Sphaericorum libri e Fabrica et usus instrumenti horologiorum

[Roma 1602 - La nomina a scriptor]

I grandi risultati scientifici raggiunti da Clavius gli vennero formalmente riconosciuti quando fu nominato fra gli scriptores del Collegio Romano, una carica per la quale era dispensato da qualunque tipo di insegnamento o altra tipologia di incarico, in maniera da dedicarsi a tempo pieno allo studio e alla pubblicazione delle sue opere. Essere nominato fra gli scriptores era considerato un grande privilegio, tanto che solo alcuni dei professori del Collegio Romano raggiunsero tale carica: fra i docenti di matematica solo Athanasius Kircher ricevette questo stesso onore.

[Roma 1610-1612 - Gli ultimi anni]

Nonostante fosse stato nominato scriptor, Clavius continuò a insegnare fino alla morte (1612) presso l’Accademia di Matematica, ufficialmente riconosciuta solo nel 1593-94, anche se attiva già dalla fine degli anni ’50 del secolo. L’insegnamento pubblico della matematica invece non venne più svolto da Clavius a partire dal 1578. Sarà proprio sotto l’influenza del matematico tedesco che a partire dal 1590 gli studi condotti all’interno dell’Accademia iniziarono a concentrarsi anche su aspetti relativi all’osservazione astronomica e alla costruzione dei relativi strumenti. In questo contesto Clavius trascorse i suoi ultimi anni di vita: in particolare tra il 1610 e il 1612, insieme ad acluni dei suoi allievi, dimostrò l’effettiva veridicità delle osservazioni fatte da Galileo Galilei, il quale nel 1610 aveva pubblicato intanto il suo Sidereus Nuncius, opera in cui si dichiarava la correttezza della teoria copernicana a cui supporto veniva aggiunta la descrizione delle osservazioni dei pianeti, particolarmente accurate grazie al nuovo strumento messo a punto da Galileo, il telescopio. In quegli anni lo scienziato pisano trascorse a Roma alcuni mesi durante i quali frequentò assiduamente il Collegio Romano e Clavius: fu infatti lo stesso Galileo a tenere particolarmente in considerazione il parere di Clavius, autorità matematica indiscussa e riconosciuta a livello europeo, il cui appoggio sarebbe stato fondamentale per certificare la bontà del suo lavoro.

Clavius muore a Roma